IPERREALISMO
COME NASCONO I GIOIELLI DECEM?
Il bacino creativo da cui attingo viene da quel lato in cui le ombre abitano i nostri pensieri, in cui la nostra essenza si colora di una tinta crepuscolare, monolitica, priva di luce. Fatta di caos.
Questa dimensione più profonda e apparentemente minac- ciosa è presente in tutti noi. Viene chiamata in molti modi e trova forme ed espressioni diverse a seconda degli ambiti umani (dall’arte alla letteratura).
Quando ho iniziato a dare libero sfogo alla mia passione, ho capito subito che i miei non sarebbero stati gioielli “piatti”, ba- sati semplicemente sull’aspetto estetico.
Avrei dato vita e tridimensionalità a emozioni, a storie, vere o meno, imprigionandole in qualcosa che era molto di più di un accessorio: una piccola espressione d’arte da indossare.
Ogni mio cliente sa che quello che sta acquistando non è un semplice oggetto, vuoto, privo d’anima, ma una storia, cristallizzata in un’immagine.
Una storia che
può tenere per sé o raccontare a chi lo circonda, raccontando anche, in parte, qualcosa di se stesso.
COME NASCONO
I GIOIELLI DECEM?
_IL PIMO
PROGETTO
AVVIENE NELLA
MIA MENTE
So che può sembrare strano ma probabilmente la fase più lunga e complessa della nascita di uno dei miei gioielli è proprio la fase creativa, di ideazione.
Infatti le mie fonti d’ispirazione sono spesso legate alla musica, all’arte, alla letteratura, alla mitologia... a tutto il mondo delle mie passioni.
Per questo motivo non cerco mai di forzare questo processo creativo, ma lascio che accada da solo e questo fa in modo che io non abbia un’uscita costante di nuove collezioni. A volte ci vogliono mesi, a volte molto meno, è spesso un procedimento inconscio.
Ciascun gioiello prende forma prima nella mia mente, lo visualizzo esatta- mente come dovrebbe essere una volta terminato. Poi però c’è il “duro scontro con la realtà”.
Infatti, quello che nella mia testa è perfetto, magari non è fruibile o indossabile come gioiello, oppure non riesce a prendere forma in modo tridimensionale, perché le aspettative nella mia mente sono sempre altissime.
Non ho mai l’ansia di far uscire una nuova collezione o un nuovo prodotto, per cercare di vendere di più.
Il mio obiettivo è creare qualcosa che mi rappresenti, che io stesso indosserei e che sia coerente con il mio brand, con la mia identità.
Questo significa che non mi metto nessuna fretta da questo punto di vista: il tempo per me non può avere prezzo, perché è veramente un elemento chiave della produzione dei miei gioielli, a partire anche dalla fase iniziale di ideazione.
COME SI OTTIENE
L' IPERREALISMO?
_UN’USANZA MILLENARIA
SI FONDE
CON LE ULTIME TECNOLOGIE, PER DAR VITA
A UN GIOIELLO PERFETTO IN OGNI DETTAGLIO
Questa strana fusione nasce dalla mia necessità di avere un modello dell’og- getto e, allo stesso tempo, di poter progettare tutti i più piccoli dettagli, anche quelli che quasi sfuggono all’occhio umano.
L’antico metodo della fusione a cera persa si incontra con la necessità di creare un oggetto ricco di minuscoli dettagli, che possono essere complessi da realizzare a occhio nudo.
Così ho deciso di sfruttare
la tecnologia e zoomare attraverso la scultura digitale: in questo modo posso offrire oggetti estremamente realistici e definiti nei più piccoli particolari.
Questa tecnica è di grande aiuto anche per la lavorazione interna e per me è uno strumento come un altro, al servizio della mia manualità, che mi permette di offrire un risultato estremo, così dettagliato da lasciare senza parole. Solo così è possibile cristallizzare materialmente l’idea e il disegno preciso in un oggetto molto piccolo.
Dal progetto si arriva così alla tridimensionalità, al modello in cera.
Il modello viene raffinato e perfezionato finché non soddisfa i requisiti del design desiderato.
Una volta che sono soddisfatto del modello, passo alla fase successiva.
Ricopro il modello di cera con un materiale refrattario (gesso) per creare un contenitore, un cilindro, che può sopportare il calore durante la fase di fusione del metallo.
_FUSIONE
A CERA PERSA
Il cilindro in gesso viene inserito in un forno dove viene fatta colare la cera e il contenitore così ricavato viene successivamente riempito con il metallo fuso, che viene fatto solidificare e raffreddare. Il metallo riempie l’incavatura del modello di cera e si adatta perfettamente alle sue forme.
La fusione a cera persa: una tecnica orafa millenaria ideale per le sculture
La tecnica di lavorazione orafa a cera persa risale a più di 3.000 anni fa e si basa sulla creazione di un modello di cera come base per la produzione di pezzi in metalli preziosi. Questo, soprattutto per i soggetti nuovi, è il momento della verità, quello in cui mi rendo conto se, a livello estetico e tecnico, il gioiello è fattibile oppure no.
Ci può essere una sproporzione, che spesso noto solo io, ma che va a compromettere l’estetica e a volte anche la funzionalità dell’oggetto.
Questo è più importante di quanto possa sembrare, perché un gioiello non deve essere solo bello, ma anche fruibile.
_REALIZZAZIONE E RIFINITURA
Una volta che l’oggetto è stato approvato, inizia la fase di rifinitura, anch’essa piuttosto macchinosa. Il motivo risiede nella differenza di lavorazione rispetto alle procedure
industriali.
Infatti, all’interno di quei processi, come fase finale si assiste alla levigatura, fatta dalle macchine, i buratti, di tutto il gioiello. Questo va a creare oggetti levigati, uniformi, smussati da ogni lato, in ogni angolo e dettaglio.
Invece, i miei gioielli vengono smussati e levigati a livello settoriale e, quindi, del tutto manuale, per dare diverse sensazioni tattili e visive alle varie parti del gioiello, giocando con il chiaroscuro, con l'ombra e ciò che invece è alla luce del sole
La fase di rifinitura è lunga
e diventa un vero e proprio momento in cui lo scultore è di fronte alla propria opera e deve renderla così dettagliata da essere quasi viva.