"Il Conte di Montecristo"
Passione, disperazione, riscossa e vendetta.
Questa è la lunga storia di Edmon Dantès “Il Conte di Montecristo”.
Tratta da fatti reali è indiscutibilmente uno dei più appassionanti romanzi di Alexandre Dumas, un classico senza tempo.
Per questa serie di anelli la mia ispirazione affonda a piene mani in un simbolo della sua prigionia: la “messa ai ferri” presso il castello D'If al largo di Marsiglia, tradito da amici, mossi da invidia e gelosia.
Capitolo 1
Il primo lavoro è il “Cuore di Mercédès” l’amata del protagonista Edmon Dantès.
L’anello può offrire diversi significati strettamente più personali, tutti riconducibili alla forte passione, amore e sacrificio o per qualsiasi attività dello scibile umano che vi lega in modo indissolubile.
Seguiranno:
Capitolo 2- “Ferri”
Capitolo 3- “ Faria”
Capitolo 4- “Libertà”
Capitolo 5- "Il Tesoro"
Capitolo 6- “Vendetta”
Capitolo 1
”Il Cuore di Mercédès"
Il primo lavoro è il “Cuore di Mercédès” l’amata del protagonista Edmon Dantès.
L’anello può offrire diversi significati strettamente più personali, tutti riconducibili alla forte passione, amore e sacrificio o per qualsiasi attività dello scibile umano che vi lega in modo indissolubile.
Capitolo 2
”Ferri"
Invidia, gelosia, tradimento, questo è il destino che ci accumuna con Edmond Dantés, e che ognuno di noi ha subito sulla propria pelle, chi più chi meno..
Simbolicamente un modo di rappresentare la nostra stoica resistenza ad esse e la nostra ferrea reazione alle angherie del nostro prossimo.
In questo doppio anello la rappresentazione esatta dei ferri usati nell’antichità per incatenare i prigionieri.
Inutile dire che nella loro semplicità si faranno notare.
Capitolo 3
”Faria"
Abate letterato, poliglotta e dedito alle scienze. L'anziano abate fu rinchiuso nel famigerato castello d'If con l’accusa di aver pubblicato uno scritto favorevole all'unità d'Italia.
Molto intraprendente utilizzò rudimentali strumenti costruiti da solo, con i quali scavò una galleria che poteva fargli riconquistare la libertà.
Il vecchio, invece che all'aperto, sbucò dove era segregato Edmond Dantès.
Rassegnato ma in buona compagnia, lo introdusse alle arti, alle matematiche e ad ogni branca della cultura. Inoltre, l’abate, prossimo alla morte, confida ad Edmond un segreto: sull’isola di Montecristo si trova, ormai da tempo immemorabile, un tesoro, di cui Faria conosce la collocazione.
L’anello è caraterizzato dalla manetta e dal teschio dell’abate, simbolo estremo del sapere che permise Edmond Dantès di ricevere una profonda erudizione, la conoscenza la forza motrice in grado di affrontare tutti i demoni e problemi della vita.
Capitolo 4
”Libertà"
Per questo capitolo l’anello più semplice della collezione, minimal e rude, simbolicamente la liberazione dalle catene, metaforicamente qualsiasi esse siano.
Alla morte di Faria, Dantès, trova il sistema per una rocambolesca e pericolosa evasione, rendendosi conto che i cadaveri dei prigionieri della fortezza vengono direttamente gettati in mare si nasconde nel sacco mortuario sostituendosi all’abate.
Una volta sprofondato tra i vorticosi flutti riesce a uscire dal sacco e nuotare verso la salvezza. Viene tratto in salvo da una ciurma di contrabbandieri che lo prende con sé grazie alle sue abilità di marinaio. Dopo qualche tempo i contrabbandieri si trovano a dover fare uno scalo proprio all’isola di Montecristo. Qui Dantès riesce a restare solo e, seguendo le coordinate comunicate dall’abate, a trovare il tesoro.
Capitolo 5
”Il Tesoro"
Improvvisamente più ricco di quanto avrebbe mai potuto sognare, Edmond Dantès si finge conte di Montecristo e torna in pompa magna a Marsiglia per consumare la sua vendetta.
Per questo capitolo l’anello più prezioso della collezione, minimal e rude, come il precedente, ma impreziosito con diamanti e oro. (Argento925, oro in 18Kt e diamanti colore F)
Le versioni disponibili sono:
Argento-oro-diamanti
Argento-diamanti
Argento-oro
Capitolo 6
”Vendetta"
Con l’ultimo Capitolo di questa collezione si celebra la vendetta di Edmond.
Ormai ricco e potente, Dantès si fa passare per diversi personaggi: l'abate Busoni, Lord Wilmore e, infine, il conte di Montecristo.
Attraverso queste tre identità, il protagonista consuma metodicamente la propria vendetta, ripagando i propri nemici - quelli che lo hanno accusato a torto e fatto imprigionare - della loro stessa moneta, intromettendosi nelle loro vite, fingendosi amico e distruggendole dall'interno, come in una sorta di contrappasso Dantesco.
Mentre garantisce la felicità e la libertà a quei pochi che gli son restati fedeli.
Con questo anello vorrei simboleggiare la rivalsa su certe persone o situazioni che tutti noi nella vita abbiamo avuto a che fare, la forza che ci spinge ad ottenere la nostra grande rivincita.