Chi sono e Mission
Orafo, designer e scultore dal 1988; ha sempre perseguito la sua professione di antiche tradizioni con passione.
Artigianato e arte costituiscono il punto centrale della sua professionalità, motivata negli anni con obiettivi chiari come l’eccellenza e la cura per i dettagli, per offrire gioielli alternativi e fuori dal comune.
Gioielli con teschi e gioielleria in argento vintage
Ho fondato DECEM partendo da una semplice premessa: è quasi impossibile trovare gioielli in argento con uno stile vintage davvero ben realizzati.
Coerentemente con questo pensiero, è quasi impossibile trovare un'azienda che produca questo genere di concept di cui ci si possa davvero fidare, un marchio che sia un'estensione di voi e non il contrario.
Grazie alla mia cura maniacale dei dettagli, al mio modo "Dark Side" di imprimere bellezza anche negli aspetti nascosti e all'attaccamento e passione per l'arte, spero che potrete indossare DECEM con un sereno e convinto senso di orgoglio.
Forse non parlerete di DECEM a tutti i vostri conoscenti, ma potreste parlarne al vostro migliore amico... semplicemente perché merita di conoscere il mio lavoro.
Grazie di credere nel mio sogno di costruire un'autentica realtà 100% italiana.
DECEM è presente con vendita diretta nel mio studio o sul mio sito e solo presso un paio di rivenditori, avendo ben chiara l'esclusività che ne deriva.
Paolo Grillo
INTERVISTA
LA CURIOSA STORIA DI
PAOLO GRILLO
MAESTRO D'ARTE E
FONDATORE DI DECEM
Paolo, innanzitutto benvenuto e grazie per averci aperto
le porte del tuo studio, in
una location decisamente suggestiva come il Lido di Venezia.
La prima domanda è banale, se vuoi, ma decisamente
di rito: com’è nata la tua passione per i gioielli?
Fin da bambino ho sempre avuto una grande predisposizione per il disegno e per la manualità. Mi ricordo infiniti pomeriggio nel garage di mio padre, dove potevo dar sfogo alla mia creatività e renderla tridimensionale, attraverso la creazione di oggetti.
Papà era un impiegato comunale, ma ha sempre avuto il dono della manualità, per quanto non l’avesse mai coltivato. Quando non passava il suo tempo libero a costruire modellini e a dipingerli, si dedicava al giardinaggio, esprimendo in diversi modi la sua abilità con le mani.
Probabilmente ho ereditato questa capacità, mettendola a frutto, da lui e da mio nonno. Purtroppo non l’ho mai conosciuto ma so che dipingeva e, a modo mio, sono felice
di aver messo in luce questo talento, facendolo diventare non solo un lavoro, ma proprio tutta la mia vita.
Cosa intendi con "tutta la mia vita"?
Per tantissimi anni ho tenuto nell’ombra la mia passione per il mondo dark, realizzando gioielli piuttosto comuni, anonimi, se vogliamo, che non trasmettono nessun messaggio differenziante se li indossi, sono semplici (seppur bellissimi) ornamenti.
Poter dar libero sfogo alla mia vera e profonda passione rende questo lavoro parte integrante di me stesso.
Ho studiato a lungo per intraprendere questo percorso, frequentando l’Istituto d’Arte, dove si imparava lavorazione dei tessuti, stampa, grafica e, nel mio indirizzo specifico, si apprendeva l’arte di lavorare i metalli e l’oreficeria, una vera e propria fucina di talenti, molto concreta e legata ai mestieri artistici.
Ma, scusa se ti interrompo, non stiamo parlando del Liceo Artistico?
No, era proprio un istituto dove si apprendevano tutte le professioni legate al mondo dell’artigianalità, dell’arte, espressa attraverso diverse forme, come tessuti, oro eccetera. Purtroppo ora è stato trasformato in Liceo Artistico, proprio per mancanza, prima di tutto, di artigiani che insegnassero mestieri così particolari e preziosi.
Dopo cinque anni, mi sono diplomato come Maestro d’Arte con specializzazione, una bellissima qualifica.
Sono sincero, mi piacerebbe che i giovani oggi trovassero sempre un modo attraverso il quale esprimere un loro talento artistico.
A 21 anni mi sono buttato e ho aperto la mia attività con un socio, come oreficeria generale, dove si passava dal solitario alla catenina per la comunione.
L’esperienza a Vicenza, cuore pulsante di gioielleria e oreficeria
La collaborazione con un’importante azienda che produceva catene di alta manifattura, realizzate con processi meccanici, ma con una predominante componente di manualità e design, mi ha aperto le porte di un mondo dove tutto viaggiava a un altro ritmo.
Ho compreso dinamiche più complesse, processi produttivi, ho avuto la possibilità di stringere relazioni molto preziose in quel mondo tanto più grande della mia piccola realtà artigianale.
Queste competenze e conoscenze mi permettono oggi di rendere ancora più unici i miei gioielli, attraverso la reperibilità di bellissime pietre preziose.
C’è stato un momento particolarmente difficile, in cui ti sei reso conto
di quanto sia complesso lavorare attraverso la propria espressione artistica?
Ci sono stati diversi momenti, non per ultima la pandemia che però, per assurdo, mi ha spalancato le porte della completa realizzazione del mio sogno, ovvero esprimere l’arte che amo di più, quella con atmosfere dark.
In realtà, il momento più difficile in assoluto è stato un furto che abbiamo subito durante l’attività a Vicenza: circa 8-9 chili di oro, una cifra importante, anche se eravamo in quattro. Per me, che ero la persona con meno disponibilità economica, è stato il colpo di grazia. Ho mollato tutto e sono tornato alla mia attività a Venezia, un po’ a cuor leggero in realtà, per smettere finalmente di fare un lungo viaggio da pendolare ogni giorno.
Hai ripreso a fare l'artigiano quindi?
No, in realtà no. Mi occupavo, ormai da solo, della gestione del negozio, anche perché era piuttosto grande, suddiviso in tre piani. Mi affidavo a un marchio noto, che produce gioielli in acciaio.
In pratica avevo rinchiuso nel seminterrato la mia competenza e la passione per l’oreficeria, per la creazione dei gioielli, a fare compagnia alla mia anima dark. Probabilmente è lì che si sono incontrate.
Chissà se hanno mai pensato di poter uscire finalmente insieme alla luce del sole e dar vita al mio brand attuale [ride ndr].
Finché a un certo punto il negozio è stato chiuso, giusto? Come hai fatto a
uscire anche da questa difficoltà?
Il negozio in sé aveva alcune caratteristiche strutturali che rendevano più difficile l’ingresso dei turisti (banalmente bastano pochi gradini, utili per l’acqua alta, a creare un “muro” vero e proprio).
Quando l’attività è cessata mi sono ritrovato a ripartire ancora, per l’ennesima volta, e ho trovato lavoro come commesso nell’alta moda. Sembra strano, vero? Però devo dire che sempre
di una forma d’arte si tratta, quindi sono stati anni piacevoli, in cui, parallelamente, riuscivo anche a ricominciare qualche piccolo lavoro come artigiano.
Hai finalmente fatto uscire i tuoi “prigionieri” dal seminterrato?
In realtà solo uno: facevo gioielli per le neo mamme. Bracciali, ciondoli, con nomi, iniziali e bambini stilizzati. Sì, so che paragonato a quello cha faccio ora sembra poco credibile, ma l’amore per l’oreficeria e per la creatività non riusciva
a separarsi da me e così vendevo online, attraverso un sito internet, questi gioielli sempre molto apprezzati dal grande pubblico.
Stavo inseguendo le mode, le richieste del mercato. In realtà stavo scappando da quello che volevo fare veramente, ma ci ho messo un po’ a capirlo.
Ti faccio una domanda scomoda. L’hai vissuto come una sorta di compromesso
No, direi di no, ero molto sereno. Sai, la verità è che la mia
anima dark si esprimeva nelle mie passioni, nell’abbigliamento, nella letteratura, nella fotografia, nell’arte. Riempiva il mio tempo libero, come accade per i miei clienti, le persone che vogliono esprimere la loro personalità attraverso i miei gioielli.
Probabilmente sentivo, nel profondo dell’animo, il bisogno di tradurre tutto quello che avevo racchiuso nella mia mente in gioielli, ma ancora non era emerso a livello conscio.
Finché è successo qualcosa che ti ha portato dove sei ora.
Ero troppo artigianale e troppo costoso probabilmente per il tipo di gioielli che acquistano le neo mamme.
Così, complice la pandemia e la fine del lavoro in negozio, ho capito che era il momento giusto.
L' ATELIER
Ho aperto il mio laboratorio qui al Lido, perché vivo in questa particolare e suggestiva isola. che è stata
abitata anche da nomi molto noti in letteratura, come Goethe, Byron e Thomas Mann.
Un luogo davvero unico, così come unico è il percorso, un vero e proprio pellegrinaggio, per arrivare qui da Venezia.
A proposito, il tuo metodo di lavoro si chiama proprio Dark Side. Perché?
Ha una doppia valenza. La prima è quella di esprimere l’atmosfera che finalmente è uscita dal famoso seminterrato, e ha deciso di permeare tutto l’ambiente e tutti i gioielli che produco. L’atmosfera che respiriamo sia io che le persone che decidono di essere rappresentate dai miei gioielli, esprimendo la loro identità in modo chiaro. La seconda rappresenta la particolare lavorazione degli anelli, che vengono scolpiti anche nel lato interno, quello che appunto rimane oscuro.
Ultima domanda Paolo, una curiosità. Perché Decem?
Il dieci, che nei numeri romani diventa una X, per me è molto affascinante. La X, se ci pensi, è speculare, sempre uguale è fedele a se stessa, con un centro ben preciso.
Mi ha sempre colpito a livello simbolico. Inoltre, per me ha una valenza ancora più importante. Io amo molto la mia città, Venezia, soprattutto in quello che è stato il suo periodo di massimo splendore, quando era “La Serenissima”, una repubblica marinara, al centro del mondo.
Il doge, signore della città, all’epoca aveva dieci consiglieri a cui
si affidava, persone di enorme cultura ed esperienza, che rendevano più bilanciate le complesse decisioni che andavano prese, soprattutto per la sicurezza dello Stato. Non credo che fossero dieci per caso, dato
che si tratta di un numero che richiama l’equilibrio e che, fin da Pitagora, simboleggia la perfezione.
Perfezione che io ricerco
in tutto il mio processo
di creazione e che voglio trasferire alle persone che si innamorano dei miei gioielli, per fare in modo che indossino realmente qualcosa di unico, che racconti una storia,
che esprima un’identità complessa e affascinante, da
tutti i suoi lati.
_Paolo Grillo